La flussimetria Doppler (anche velocimetria Doppler) è una tecnica diagnostica che ha come scopo principale quello di valutare le condizioni di salute del feto.
La flussimetria è una tecnica ecografica basata sul cosiddetto effetto Doppler (un fenomeno fisico che consiste nel fatto che dirigendo un determinato suono verso un corpo in movimento, il rimbalzo genera un suono diverso). L’effetto Doppler viene sfruttato in diagnostica per studiare le patologie a carico dell’apparato circolatorio; nel caso della flussimetria si studia il flusso sanguigno di una donna in gravidanza oppure quello del feto. L’analisi della variazione della frequenza permette di valutare la velocità del flusso di sangue e può quindi fornire indicazioni sui livelli di ossigenazione fetale.
Esistono due tipologie di flussimetria: la flussimetria materna delle arterie uterine e la flussimetria fetale dell”arteria ombelicale e dell’arteria cerebrale media.
FLUSSIMETRIA MATERNA (delle arterie uterine)
(dalla 17^ alla 23^ settimana di gravidanza)
Si esegue a vescica vuota, con una sonda addominale. Si utilizza un doppler pulsato, un ecocolor doppler ed un energy color doppler. Raramente, solo se il ginecologo che esegue l’esame lo ritiene necessario si passa ad un’osservazione con una sonda transvaginale.
Non è un esame fastidioso; dura tra i 5 ed i 15 minuti; presenta il suo valore predittivo esclusivamente tra la 17^ e la 23^ settimana di gestazione; fornisce uno studio dei valori di elasticità delle arterie uterine. Tale indagine è fondamentale per riconoscere e selezionare quelle gravidanze che possono andare incontro ad una:
– ipertensione indotta dalla gravidanza (PIH)
– gestosi
– ritardo di crescita intrauterina
– sofferenza fetale.
La sua utilità è pertanto quella di predire l’evoluzione della gestazione, non di sorvegliare il benessere fetale.
FLUSSIMETRIA FETALE
(dalla 32^settimana di gravidanza fino al termine)
Si esegue a vescica vuota, con una sonda addominale. Si utilizza un doppler pulsato e un ecocolor doppler. Raramente, solo se il ginecologo che esegue l’esame lo ritenesse necessario, si passa ad un’osservazione con una sonda transvaginale. La sua esecuzione, che prende di solito dai 15 ai 30 minuti, non è fastidiosa. Si tratta della più importante metodica oggi disponibile per valutare lo stato di salute intrauterino del feto.
Essa analizza alcune caratteristiche di diversi vasi fetali calcolando il loro indice di pulsatilità (P.I.) e l’indice di resistenza (R.I.). Le caratteristiche studiate danno informazioni su:
– Elasticità dell’arteria ombelicale
– Elasticità dell’arteria aorta fetale
– Elasticità dell’arteria cerebrale media fetale
– Elasticità dell’arteria carotide fetale
– Velocità ed accelerazioni nei distretti cardiaci fetali
– Sfigmogrammi venosi fetali (dotto venoso, vena cava e vena ombelicale)
Lo scopo di tale esame è quello di individuare precocemente l’insorgenza di una ipossia cronica nel feto e di scongiurare l’insorgenza di una condizione di asfissia e di danno ipossico ischemico cerebrale. L’esame è di fondamentale importanza sia nel monitoraggio della gravidanza fisiologica che di quella a rischio. L’esame va ripetuto e consigliato a seconda del caso, a giudizio dell’ostetrico curante.